SVELARE | RIVELARE. BOTTEGA DI ARCHITETTURA A “PROGETTARE L’ITALIA”, MACRO, ROMA
13 Mar , 2019 - Pensieri sull'architettura
Condensare un pensiero sull’architettura maturato nel corso degli anni è sempre una sfida, e un grande stimolo. Insieme agli altri vincitori del premio NIB, siamo stati invitati a contribuire alla mostra “Progettare l’Italia”, al MACRO ASILO / MUSEO MACRO di Roma, organizzata da Luigi Centola e da NIB. Un’occasione doppia: infatti la mostra era accompagnata da sessioni di dibattito sul presente e sul futuro dell’architettura italiana. Molti i temi che sono emersi – politica, bellezza, burocrazia: ne riparleremo. E molti i progettisti presenti, con ospiti speciali come Alvisi/Kirimoto, Labics, Raffaele Cantone dell’ANAC e tanti altri.
I limiti per il contributo erano semplicissimi. Un singolo foglio di carta d’Amalfi, e la libertà di scriverci, disegnarci o farci ciò che si voleva. Esprimendo, sperabilmente, un pensiero sull’architettura, e magari sulla strada che il progettare dovrebbe prendere.
L’architettura può essere ovunque
Il pensiero fondamentale che il nostro contributo esprime è che l’architettura può essere ovunque.
Ma che possa esserlo, non significa che sia ovunque, come se ogni costruzione fosse in effetti architettura. Né tantomeno significa che l’architettura si possa facilmente trovare: come se bastasse progettare qualcosa per fare architettura! Piuttosto, significa che l’architettura può essere scoperta in ogni cosa, svelandola.
Il progetto è, in questo senso, ciò che in effetti inventa quella scoperta: cioè ciò che trasforma l’ordinario in straordinario, ciò che guarda con intenzionalità progettuale luoghi e temi che non sono architettura, ma possono diventarlo.
Invece, fin troppo spesso, in Italia ci si è limitati a edificare. E si continua a farlo! Anche perché, diciamolo, gli architetti progettano una minima parte di ciò si costruisce – caso unico al mondo. E questo avviene perché, come architetti, non abbiamo una riconoscibilità sociale forte, e siamo fin troppo spesso identificati con caricaturali visioni da star che nulla c’entrano con la ordinaria, straordinaria architettura che punteggia l’Italia. La punteggia, però: non la colma. Così l’edificazione continua, mentre ogni piccola e grande opera pubblica, ogni infrastruttura, ogni restauro, ma anche ogni villetta e ristrutturazione: sarebbero tutte occasioni di architettura.
Persino un foglio lo è.
L’esperienza della meraviglia
Il nostro contributo alla mostra, per questo, non disegna la carta, né vi scrive lunghe frasi. Piuttosto, la trasforma in qualcosa con cui interagire, in una soglia oltre cui guardare. Il prisma dorato che si incastona nel foglio crea uno spazio, inventando un luogo dove fare esperienza dell’inaspettato.
Nulla è cambiato, ma viene svelata una nuova dimensione esperienziale, che muta la percezione dello spazio. In effetti, il nostro contributo ha richiesto una installazione diversa da tutti gli altri, diventando unico nel suo inventare la spazialità. Ma in fondo queste sono le uniche vere armi dell’architetto: trasformare posti in luoghi, aggiungere valore a ciò che è, svelare, e rivelare, le potenzialità di ogni fenomeno fisico, reinventandolo, ricostruendolo.
Lì, nell’esperienza dell’inaspettato, sorge un senso di meraviglia. Lì, l’architettura accade.
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