CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA MARCONI E DELLE VIE D’ACCESSO A VALDOBBIADENE.
COMMITTENTE: COMUNE DI VALDOBBIADENE, con la collaborazione dell’Ordine Architetti PPC di Treviso e il supporto della Fondazione Architetti
Treviso.
UNA PIAZZA MONUMENTALE
Piazza Marconi vive in costante contraddizione. È una splendida piazza monumentale, unitaria e assiale. Gli edifici formano un perimetro continuo, che dà vita a un vuoto profondamente simbolico, come raccontato dalle foto storiche. Uno spazio non sminuito dal successivo inserimento della fontana centrale e delle aiuole, più volte rimaneggiate. Le strade che vi convergono creano prospettive e vedute, arricchite dal fondale naturale delle montagne. Nasce così un asse che unisce, percettivamente, il Campanile alla storica fontana dell’Endiminione. A questa assialità contribuiscono le quinte sceniche del Municipio e dei palazzi storici sul lato ovest, rinforzati da filari di alberi un tempo presenti su entrambi i lati. Ma a questo delicato e stratificato equilibrio architettonico si contrappone una natura schiettamente funzionale. Nel tempo, infatti, Piazza Marconi è diventata uno snodo viario strategico per Valdobbiadene.
La natura aulica è poco per volta scomparsa, e la funzione viaria ha preso il sopravvento: la piazza monumentale è diventata un semplice slargo, inutilizzabile e invivibile. E la fontana centrale si è, mestamente, trasformata in una grande rotatoria per il traffico moderno. Da qui ha origine la recente riorganizzazione degli spazi, che tuttavia ha generato flussi di traffico poco intuitivi, senza riuscire a recuperare davvero l’uso pedonale dello spazio pubblico. L’apparente riequilibrio tra le due nature della piazza non ne ha ridotto le lacerazioni: come dire che il compromesso non ha funzionato come reciproca valorizzazione tra le parti. Per questi motivi, il nostro progetto ambisce a una completa riconciliazione delle due forme di piazza, da un lato fluidificandone la presenza nel sistema viario, dall’altro recuperandone una dimensione architettonica e aulica. Invece di trovare un compromesso, la strategia progettuale fortifica entrambe le nature della piazza con azioni indirette.
VIABILITÀ COME STRATEGIA URBANA
Per valorizzare la dimensione monumentale della piazza è essenziale renderla di nuovo pedonale, in modo che davvero i cittadini e i turisti possano viverla. Ma per fare ciò, è prima necessario risolvere la sua natura funzionale: cioè modificare il modo in cui è oggi indispensabile utilizzarla. E la soluzione non sta nella modifica diretta della piazza, bensì nell’allargare lo sguardo all’intera Valdobbiadene. Analizzando le criticità e le alternative, è possibile scorgere alcune azioni di grande impatto. Azioni strategiche radicali e mirate, di cui apprezzare gli effetti soprattutto indiretti.
Così, a nord della piazza, il progetto rende a doppio senso il tratto di Via Roma compreso tra Viale della Vittoria e Via San Martino. E, insieme, rendendo sensi unici sia Via Mazzolini, a salire, sia Viale della Vittoria, a scendere. Scompare così ogni incrocio sull’asse di Via Piva, e si forma quasi una rotonda naturale tra le vie a nord della piazza. Nessuna viabilità ambigua, nessuno stop rischioso: la viabilità diventa così fluida e priva di rischi. Le stesse piccole, ma radicali rivoluzioni investono il lato sud della piazza, dove il progetto ripristina il doppio senso in Via Garibaldi e inverte la viabilità di Via San Martino, inserendo una mini-rotatoria a isola centrale completamente carreggiabile.
In questo modo, sarà del tutto eliminata la viabilità all’interno della piazza. Rimangono solo i due attraversamenti a nord e sud, e scompaiono i punti di conflitto. Così, piazza Marconi viene finalmente liberata dal suo scomodo compito di snodo viario, per essere restituita alla città.
UNA PIAZZA MONUMENTALE: RELOADED
Piazza Marconi sarà restituita ai cittadini e ai turisti. Perché la piccola, grande rivoluzione di quel centinaio di metri di Via Roma consente di rendere di nuovo presente quella dimensione unitaria che la piazza monumentale ora ha solo in potenza. In questo senso, il progetto raccoglie tutta l’eredità delle tracce storiche, riverberandole in un rinnovato disegno. Un sottile segno d’acqua lega visivamente Campanile e statua dell’Endiminione, marcando l’asse prevalente ed echeggiando, in negativo, le due quinte un tempo identificate dalle opposte alberature.
A pavimento, una serie di tracce in Pietra della Lessinia coinvolge gli edifici nel disegno, proiettandone l’impronta nello spazio ed esaltandone il diverso valore simbolico. A est, i corsi sono cadenzati sui pilastri dei porticati del Municipio e del Duomo, riflettendo la calma regolarità delle colonne municipali e l’ordine gigante del pronao della chiesa. La purezza dei segni espande così lo spazio aulico degli edifici. Sul lato ovest, le tracce diventano più irregolari e sottili, raccontando così gli edifici più vari e meno simbolici dai cui segni originano. I corsi lapidei qui generano spazi di vita pulsante, sedute, piccole vasche di verde. In continuità con Viale della Vittoria, un filare di Laurus nobilis creerà qui una zona d’ombra, ricreando l’originale quinta verde. Così che le nuove sedute diventino platea da cui ammirare i monumenti di Valdobbiadene, esaltati dallo sfondo scenografico delle Prealpi Trevigiane.
A unificare cromaticamente le fasce in pietra bianca, una pavimentazione continua in porfido, che ben si accorda alle pavimentazioni lapidee già realizzate nelle circostanti vie. L’impianto d’illuminazione valorizzerà le facciate monumentali con un soft wash continuo, arricchendo le zone più vissute di luci segnapasso e puntuali, e di faretti dal basso per gli alberi. Mentre il segno d’acqua diverrà anche segno di luce.
L’ESPERIENZA DELLA LIBERTÀ
Il progetto svuota la piazza da presenze fisse, assicurandone la flessibilità. Il segno d’acqua infatti consentirà, con il suo spegnimento, l’uso completo dello spazio per eventi cittadini come la Fiera di San Gregorio, in occasioni straordinarie come il Giro d’Italia o, più quotidianamente, per il mercato settimanale. Il progetto infatti consente di avere più stalli rispetto al mercato attuale, e disposti in modo più razionale. Ma soprattutto, consente di non dover modificare la viabilità durante il mercato stesso, con enormi benefici a tutte le zone limitrofe. Inoltre, per sua natura, il progetto favorisce una realizzazione per lotti funzionali. Lotti che potranno essere man mano raffinati, dopo una prima sperimentazione che permetterà di valutare tutti gli effetti positivi dell’intervento.
Come sempre nei nostri spazi pubblici, il nostro progetto esalta la dimensione della libertà. Sfruttando il famoso dualismo di Isaiah Berlin, non però solo la libertà “da”: cioè da impedimenti, quella libertà data dall’abbattere solo gli ostacoli. Il nostro lavoro strategico sulla viabilità risponde a questa dimensione di libertà, togliendo problemi e vincoli. Ma poi, le impronte lavorano sulla libertà “di”: di vivere lo spazio in modi diversi e anche inaspettati, trovando un senso nello spazio che viene costruito, ogni volta e di nuovo, dal modo di abitarlo.
Così, come già in altri nostri progetti come I Luoghi del Silenzio o Shadow, la piazza viene restituita alla città attraverso una serie di azioni strategiche, in cui la forma architettonica rende presente il senso profondo delle tracce nel tempo.