CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI SPAZI DI VIA ROMA ATTIGUI LA CHIESA E PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA PIAZZA
COMMITTENTI: Comune di Asigliano Veneto
PROGETTO: Silvia Sgarbossa, Enrico Vianello, Chiara Lorenzi, Laura Castenetto, Ludovico Sternini
SECONDO PREMIO
L’ombra come materiale per la piazza
Definire una nuova spazialità urbana significa soprattutto riflette su cosa davvero sia la qualità degli spazi pubblici. Perché ci possa essere aggregazione sociale e vera fruizione degli spazi, il progetto deve infatti confrontarsi anche con le condizioni climatiche e ambientali, oltre che su un puro disegno del luogo. Questo il punto di partenza delle prime riflessioni progettuali, dirette al capire come, e perché, le persone avrebbero dovuto e voluto stare nella nuova piazza. È un lavoro sulla percezione degli spazi, prima che su ciò che compone la piazza.
In questo senso, l’ombra diventa un materiale autentico, e fondamentale, del progetto. Ombra proiettata dagli edifici attorno alla piazza, la canonica e la chiesa in primis, ma anche dagli alberi e dal verde. Ombra che, definendo le zone abitabili soprattutto nel periodo estivo, arriva a suggerire disegno, forma e utilizzo degli spazi come luoghi della difesa dal caldo. Così, quello spazio interstiziale, quasi di risulta, tra la chiesa e la canonica, viene eletto a vero e proprio ambito della sosta e del relax. Le sedute sono accolte nella proiezione delle ombre al solstizio d’estate. E accanto, da un muro-vasca in acciaio corten nasce un sistema di fontane che mitigherà il micro-clima, al tempo stesso mediando canonica e piazza.
La riconquista della strada e i materiali del progetto
Il progetto riunisce lo spazio frammentato tra chiesa, canonica, campo sportivo, strada. Unendoli, e armonizzandoli, la piazza in un certo senso riconquista lo spazio della strada. Lo fa utilizzando una stessa orditura trasversale della pavimentazione, ortogonale al fronte costruito e al corso stradale, e variando solo il passo dei moduli sul filo del bordo carrabile. La strada rimane così individuabile, distinta, ma integrata negli spazi pubblici. Il sistema del verde assume una duplice funzione. Da un lato ombreggia le zone più esposte. Dall’altro, la sua strutturazione a filari crea un fondo scenico tra la piazza e la campagna, insieme delimitando una serie di spazi in rapida successione, di dimensione proporzionata al tessuto circostante.
La pavimentazione diventa matrice per l’intero progetto. I listoni in trachite dei Colli Euganei, partendo dalla carreggiata stradale, ospitano lampioni, paracarri, illuminazione a raso, moduli speciali per il deflusso delle acque, fontane a terra e panchine. Si forma così un tracciato di linee principali, uno spartito che ordina la pavimentazione del resto della piazza, un fondo costituito da betonelle fotocatalitiche in grado di purificare 2000 mc d’aria per metro quadro in dieci ore di irraggiamento diretto. Di nuovo, è l’ombra, e la luce, che definisce le aree della piazza.
Poiché inoltre non è presente alcuna attrezzatura per manifestazioni, sagre e concerti, il progetto integra anche un piccolo edificio, di piccole dimensioni e versatile funzionamento. Un manifatto a “matrioska” che ricuce la frattura tra chiesa, piazza ed edificato, e che dà importanza al piccolo passaggio che conduce al campo sportivo. In occasione di manifestazioni e sagre, il manufatto e gli stand si apriranno, offrendo copertura e spazio per attrezzature, grazie a un sistema di binari che ne facilitano la movimentazione.