Bottega di Architettura

Bottega di Architettura | Carlo Deregibus Silvia Sgarbossa | logo
CITTADELLA | PD
RASSEGNA: “Equivivere. Per un’architettura sostenibile”, Palazzo Pretorio, 2010
COMMITTENTE: Associazione culturale Architettando
PROGETTO: Silvia Sgarbossa, Graziano Pavin, Irene Tosetto
con: Cinzia Simioni, Martina Tombolato
CON IL PATROCINIO DI: Regione Veneto, Comune di Cittadella | PD

Sostenibilità e altri slogan

Sostenibilità, ecocompatibilità, bio-architettura, case passive, architettura bioclimatica, efficiente, solare, energie rinnovabili. Da decenni ormai avanza l’ondata “green”, un fluire continuo di nomi e di etichette spesso prive di contenuti. Così, il tema del sostenibile è da tutti citato, ma solitamente ignorato o, peggio, abusato. E nel campo dell’architettura rimane al più riferimento generico, quando non sia sfruttato a fini di propaganda – è ciò che si chiama greenwashing. La rassegna “Equivivere. Per un’architettura sostenibile” nasceva proprio per sensibilizzare le persone, per comunicare la complessità della sostenibilità, per andare oltre le semplici etichette. E per farlo, il progetto di allestimento propone di invadere tutto il territorio con installazioni urbane che incuriosiscano, seducano, colpiscano le persone.

Le installazioni urbane non nascono come opera meramente informativa. Anzi, il loro scopo è proprio creare l’inaspettato, rompere la continuità che l’abitare urbano ha stratificato. Sono nati così oggetti fuori scala, enormi, di immenso impatto, che ripetono la parola “Equivivere” rendendo impossibile restarne insensibili. Installazioni che dovevano da un lato colpire profondamente le persone che, anche distrattamente, le avessero viste, e rimanere impresse nelle loro menti e nei loro usi.

Installazioni urbane come manifesti

La rassegna era articolata con incontri e dibattiti, con ospiti anche importanti, e una esposizione di progetti internazionali selezionati, così da affrontare tutte le sfumature dei temi del sostenibile nel mondo dell’architettura e del costruire. Serviva solo arrivare alla gente. Per questo le installazioni urbane dovevano diventare manifesti costruiti, capaci di comunicare il tema della rassegna e al tempo stesso di essere riconoscibili e narrabili come architetture complete, autonome.

Da questa attenzione alla sostenibilità la scelta di usare interamente materiali di riciclo, per tutte le installazioni. Materiali a costo zero, recuperati e poi, alla fine della rassegna, reintrodotti nel mercato. I pallet di cui si compongono tutte le installazioni erano infatti già usati, e nell’essere trasformati sono diventati oggetti diversi, cambiando immagine e significato agli occhi delle persone. Per poi essere nuovamente utilizzati, allo smontaggio delle installazioni, secondo la loro originaria destinazione. La capacità di vedere oltre l’uso previsto, propria del progetto, si combina così con un uso delle risorse che, secondo il principio del “Cradle to cradle“, genera valore senza ridurle, anzi proprio dalla capacità di non ridurle.

La super-scritta

La prima installazione urbana è una super-scritta posta sulla ripa delle storiche mure, davanti al fossato. Una serie di 88 pallet, montati in una combinazione lunga 40 metri e alta 4, a formare il nome della rassegna. Una scritta semplicissima, fatta di lettere stese sulle rive erbose, fissate al suolo con sistemi non invasivi. Ma una scritta completamente fuori scala. L’installazione è talmente grande da essere abitabile, usabile come piattaforma per stendersi al sole, o per giocare.

Chi la vedrà, dal percorso stradale, non potrà evitare di vederla, con un effetto straniante dato dal confronto con le persone. Un effetto tanto surreale da far sì che chi non la veda di fronte non riesca nemmeno a percepire che si tratta di una scritta. Ma la usi egualmente. E nell’usarla, ne sia comunque pervasa.

La diga porta-bici

La seconda installazione è un grande porta-bici: una rastrelliera di nuovo enorme, lunga 12 metri e adatta a 24 biciclette, composta dai medesimi pallet. Ma l’installazione non si ferma al suo uso. Infatti, disposti secondo una linea lievemente inclinata proprio davanti al trecentesco Palazzo della Loggia, i pallet formano come una diga. Deviando così il flusso delle persone, pur senza fermarle. Richiamandone l’attenzione, senza per questo imporla.

Il luogo diverso, e la possibilità di uso diversa, più quotidiana e funzionale, legata a una necessità invece che al mondo del loisir come la super-scritta, rende questa installazione sottilmente diversa. Infatti, se la super-scritta deve soprattutto scioccare e per questo è nel luogo più visibile, la diga invece deve diventare momento della vita quotidiana, in un luogo ad alto passaggio di pedoni. Proprio l’uso ordinario rende familiari le dimensioni stranianti, come rendere domestico un animale mitologico. E crea così un legame intimo tra l’utente e la rassegna manifestata dall’installazione.

Le quinte interne

Le installazioni proseguono all’interno del Palazzo Pretorio, sede della rassegna. Realizzati sempre con gli stessi pallet, una serie di totem e quinte orienta i percorsi e crea stanze e luoghi. Ma, nel buio del Palazzo, le installazioni si arricchiscono di un elemento che ne sfrutta le caratteristiche fisiche: la luce artificiale, filtrata in controluce dai pallet. Si creano così contrasti, giochi di luci e ombre e riflessi che ricreano gli spazi. Le quinte diventano infrastruttura anche per il piccolo book-shop, con sistemi di appoggio fissati tra le assi dei pallet, e al tempo stesso ospitano i proiettori, nascondono gli impianti.

Il modulo del pallet diventa così il fil rouge di un percorso che mostra tanti diversi, possibili usi di un materiale recuperato e riciclato. Un percorso di enorme impatto e forza concettuale, che manifesta la presenza della rassegna, e al tempo stesso ne narra la necessità.

EQUIVIVERE | installazioni urbane

Installazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La super-scritta | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La super-scritta | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La super-scritta | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. Montaggio della super-scritta | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La super-scritta, progetto | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La diga porta-bici | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La diga porta-bici | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La diga porta-bici | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La diga porta-bici | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La diga porta-bici | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. La diga porta-bici, il progetto | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. Le quinte all'ingresso della mostra | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. Le quinte all'ingresso della mostra | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. Le quinte all'ingresso della mostra | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. Le quinte all'ingresso della mostra. Progetto | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. All'opera per montare la super-scritta | Bottega di ArchitetturaInstallazioni urbane per una rassegna sulla sostenibilità. All'opera per montare la diga porta-bici | Bottega di Architettura

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