THE ART FUND PAVILION ARCHITECTURE COMPETITION
COMMITTENTE: Tent London, The Lightbox, Facit
Genesi
Il sole filtra tra i fogli di compensato, polverizzandosi: le superfici si animano di sfumature cangianti. Ecco, questo momento condensa, nell’esperienza concreta, tutte le straordinarie qualità dell’OHMU Pavilion. La forma organica e dinamica, che sembra sorgere dal terreno e rituffarvisi. La convergenza tra forma strutturale, forma tecnologica e forma architettonica in un’architettura parametrica di grande effetto. La semplicità della strategia realizzativa, che permette di creare un’apparente complessità in modo in realtà semplice.
Il bando richiedeva la costruzione di un padiglione espositivo di circa 35 metri quadri e di altezza massima 4m, da installare davanti a The Lightbox, una galleria d’arte e museale a Woking, UK. Una struttura flessibile, capace di ospitare piccole mostre, presentazioni formali e spazi di condivisione e di essere assemblata in 72 ore e smontata in meno di 24. Inoltre, il concorso era sostenuto dalla Facit Homes, ditta specializzata nella costruzione di edifici in legno e di derivati: per questo, venivano messi a disposizione pannelli in compensato di diversa misura.
Morfogenesi. Verso un’architettura parametrica
Il progetto parte da queste considerazioni, esaltando l’esperienza di visita sfruttando il lotto. Lotto che ingloba anche The Lightbox, circondato da un lato dall’ampia e dritta Victoria Way, e dall’altra dal canale di Basingstoke, vicino cui corre il Saturn Trail. Lungo la strada, il padiglione sperimentale avrà una grande parete dritta, un muro che ne scherma i contenuti. Verso il canale, invece, la sua forma si muove, diventa concava, accogliente. Ma soprattutto si apre: alla vista, agli scorci verso l’esterno e dall’esterno, in un dinamismo reso possibile dal carattere sperimentale del progetto. Un progetto che estremizza un concetto costruttivo: quello di usare esclusivamente i fogli di compensato, e nient’altro.
I fogli, preparati con semplici tagli fatti sul piano ortogonale al foglio stesso, vengono infatti incastrati. La forma organica deriva dalla matematizzazione della forma, e dalla costruzione di una serie di geometrie in cui la rotazione tra i vari pannelli è sempre su un solo asse. Il principio che governa questa relazione geometrica segue le medesime curve geodesiche esplorato in Escargot, applicandolo però in modo totalmente diverso. E confermandone, così, la dimensione di ricerca progettuale. La costruzione diventa semplice al punto che chiunque potrebbe, acquistando un kit di pannelli, costruire OHMU. Ma al tempo stesso, la relazione sofisticata tra forma e costruzione ne eleva la qualità architettonica ed esperienziale.
Così, attraverso la matematizzazione della relazione tra curve e tagli, è possibile generare un’architettura parametrica che fonde arte e tecnica: un’autentica morfogenesi.